gli animatori
lo hanno visto così : BENE
COSI’-COSI’
MALE
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IL MATRIMONIO DI LORNA |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
SAB |
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precedenti
riccardo
moretti |
domenica
pomeriggio |
Scelgo questa sede per scusarmi di un mio errore riportato nel
libretto, dove si dice che il cinema dei Dardenne si distingue per
l'amoralità. Sbagliato. Il loro modo di girare film ha dei presupposti
fortemente morali: semmai è il mondo che ritraggono a essere amorale. Poi,
riguardo a Il matrimonio di Lorna, c'è bisogno di spendere ulteriori parole
d'encomio che non siano già state pronunciate da critici di mezzo mondo? |
giulio
martini |
domenica
sera |
Un' inverosimile, ma autentico sposalizio d'amore tra due
"disgraziati", entrambi derubati della loro Volontà :
uno perché svuotato dalla droga, l'altra perché violata nei suoi desideri
autentici dai maschi che la circondano. |
angelo
sabbadini |
martedì
sera |
"Sei pazza!" grida Sokol alla sua
fidanzata Lorna. È vero: bisogna essere folli per sfuggire a un sistema
criminale, per provare empatia per la propria vittima, per cullare nel
proprio grembo un bimbo che non esiste. I fratelli Dardenne disegnano un
magistrale ritratto femminile mosso dalla compassione e nell'epilogo ci
regalano, novità assoluta nella loro filmografia giansenista, un toccante
commento musicale. |
giorgio
brambilla ha sostituito
carlo caspani |
mercoledì
sera |
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fabio de
girolamo |
giovedì
sera |
Contrasto tra un presente dominato dai
soldi e da relazioni interpersonali funzionali e un futuro (prossimo o
remoto) in cui sono relegati i sogni dei personaggi. Il
“paradiso” futuro, però, è raggiungibile solo attraverso il
“purgatorio” presente. Lorna compie una progressiva presa di
coscienza a tappe, passando per la percezione dell’altro come soggetto
(attraverso il suo soffrire), per la conseguente percezione di sé come
soggetto (attraverso il prendersi cura), per la consapevolezza della propria
libertà potenziale (e attuale schiavitù) e giungendo alla definitiva rinuncia
alla corporeità attraverso il rifugiarsi in un mondo puramente mentale (il
figlio solo immaginato, l’ambientazione fiabesca del finale). Magistrale uso dell’ellissi
temporale, soprattutto nella folgorante e straziante sequenza della morte di
Clody. Capolavoro dei Dardenne. |
giorgio
brambilla |
venerdì
sera |
I fratelli Dardenne non sono tipi da coccolare lo spettatore: lo
sbattono in medias res senza fornirgli troppe spiegazioni, non girano
alcune scene decisive dal punto di vista della storia, eliminano ogni abbellimento
inessenziale. Ma così lo fanno immergere totalmente nel racconto, senza
imporre un'interpretazione “giusta” del film. Anche se alcuni
elementi sono chiarissimi, come le due logiche che si contrappongono per
tutto il testo: quella rigorosa ma spietata del denaro, che passa di mano in
mano dalla primissima inquadratura fin quasi alla fine, e quella dell'amore,
per cui Lorna prima rischia tutto e poi crede incrollabilmente in una
gravidanza che non c'è, ultimo vano tentativo di tenere ancora in vita quel
Claudy che, nonostante i suoi sforzi disperati, non è riuscita a salvare. Il
suo agire è per molti aspetti insensato, però c'è tanta più umanità nella sua
follia di quanta ce ne sia nella logica così rigorosa delle persone che la
circondano. I nostri registi non fanno i moralisti, ma un racconto
profondamente morale nel quale mettono l'umanità di una giovane alla prova in
una situazione limite e poi le stanno accanto fino al momento in cui decide
irrevocabilmente di sé. “Come andrà a finire” non importa, ci
dicono comparendo i titoli di coda. |
francesco
rizzo |
sabato
sera |
come si racconta un sogno impossibile? filmando un gesto. a
caccia del bar da acquistare, Lorna e Sokol sono costretti a scrutare oltre
vetrine coperte da giornali, a chinarsi e a saltare per sbirciare in quello
che potrebbe essere il loro locale, la fine della loro fatica di persone
senza patria nell'europa della libera circolazione delle merci (umane). del
resto, i Dardenne negano le immagini che tutti si aspettano (la morte di
Claudy) perché filmano splendidamente piccoli gesti densi di senso:
Lorna rincorre Claudy saltato in bicicletta, dichiarando(ci) il suo amore. o
forse quello strano sentimento nato da un nodo morale e da un senso di
colpa per non aver avvertito il ragazzo del suo destino. e che diventerà una
gravidanza isterica da coccolare nella prigione verde di un bosco
tutt'altro che magico: Lorna fugge ma non sarà mai libera. un film
necessario su un mondo in cui tutto si acquista e tutto si vende. e un
film che sarebbe italianissimo se certi nostri registi, progressisti a
parole, frequentassero un po' meno corso Vercelli e un po' di più via
Padova. ma si rimpiange il pugno allo stomaco, secco e spietato, della
macchina da presa dei Dardenne che, in 'Rosetta' e ne 'il
figlio', racconta la perenne instabilità delle vite ai
margini. |