gli
animatori lo hanno visto così :
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APPALOOSA |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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precedenti
riccardo
moretti |
domenica
pomeriggio |
Da quanto tempo è che non si vedeva un western, un western
classico, al nostro cineforum? L'atmosfera è quella dei film anni '50 con
John Wayne nei panni dello sceriffo coraggioso ma poco istruito e impacciato
con le donne, l'azione non manca e una discreta dose di ironia rende anche il
cattivo di turno più simpatico. Il finale crepuscolare completa il |
giulio
martini |
domenica
sera |
Ormai non si possono costruire più film sul
genere "occidentale" - per antonomasia - senza scherzare con
il suo repertorio di miti, tipi e situazioni: la frontiera della
civilizzazione, la pistola a rapido servizio della legge, il poliziotto poco
istruito ma sempre casto. Qui c'è in particolare un' intelligente analisi
della cosiddetta e misteriosa "amicizia virile" dei cow
boys, che alla fine va inopinatamente in frantumi per
intromissione di una donzella non esemplare,ma capace
di mandare in bambola il più maschio degli sceriffi : una sorta di
"piccola carmen", la quale però qui vince e condanna l'amico ad
andarsene. Girato con assoluta serietà e dunque più
ironico che mai, questo film non è solo l'ultima variante di uno schema fisso
dell'immaginario cinematografico americano, ma il suo cordiale"de
profunsis". Forse |
angelo
sabbadini |
martedì
sera |
Nel ripercorrere i sentieri selvaggi del West,
Ed Harris non dimentica il suo esordio registico e innesta il tema della
"vocazione" nelle controverse vicende dello sceriffo Virgil Cole.
Abilissimo nel maneggiare la colt e nel gestire il ruolo di difensore della
legge, il ruvido Cole scivola davanti alla "imponderabilità" del
comportamento femminile incarnato dalla volubile Allison French. Risolve
l'empasse il vicesceriffo Everett Hitch in nome della vecchia, sempre più
smascherata "amicizia virile". |
carlo
caspani |
mercoledì
sera |
Il commento lo lascio a una canzone di Francesco de Gregori:
"I cowboys vanno a cavallo per i canyons della vita, la loro gloria
è una cintura d'oro e una fibbia arrugginita. Il deserto è la loro stella, la loro stella non ha
famiglia, e il futuro per loro non ha mattino, il loro vino non ha
bottiglia." |
fabio de
girolamo |
giovedì
sera |
Non si può certo dire che si sentisse
l’urgenza di un film come questo. Non tanto perché il western è un
genere “fuori moda”, quanto per la posizione che Appaloosa decide di occupare rispetto
ai classici. Dagli anni ’60 in poi abbiamo assistito da una parte al
ribaltamento di certi canoni del genere attraverso prese di posizione
stilistiche forti (l’iperrealismo di Leone, il realismo antieroico di
Altman, il ribaltamento dell’ideologia razzista di Piccolo grande uomo e Balla
coi lupi, il classicismo crepuscolare di Eastwood), dall’altro
all’omaggio nostalgico (Silverado,
Wyatt Earp). Appaloosa si colloca senz’altro in questo secondo filone,
ma si ha più volte la sensazione che lo scopo del regista fosse solo quello
di giocare per un paio d’ore con le figurine del vecchio west. Inutile. |
giorgio
brambilla |
venerdì
sera |
Appaloosa si presenta come un omaggio al genere western
e ne ripropone i personaggi duri e puri, dei quali però evidenzia anche le
debolezze. Un omaggio sui generis quindi,
forse l'unico possibile dopo che con Gli
spietati Eastwood ha demolito un genere troppo manicheo per non risultare
inattuale. È un piccolo film, ma sa esserlo con simpatica intelligenza. Ed è
diretto da un regista che ha fatto anche sceneggiatura, produzione e ruolo
principale, oltre a comporre e cantare la ballata che chiude i titoli di
coda. Mi apre proprio che Virgil Cole
abbia fatto centro un'altra volta. |