gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            QUASI BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            COSI'-COSI'-COSI'

                                                            MALE

                                                

 ARGO

 

 

DOM  pom

DOM sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

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matteo mazza

domenica pomeriggio

Al cuore di questo film, forse, c'è una domanda: a cosa serve il cinema? E si tenta, forse azzardando, una risposta: il cinema salva, libera, supera la realtà nel senso che va oltre la realtà. Argo è soprattutto questo: il racconto di una Storia che si sovrappone alle storie. Mi pare poi un film che ricorda quanto sia importante scegliere lo sguardo giusto, come inquadrare la realtà, come raccontarla. Quanti generi cinematografici, quanti televisori, quanti punti di vista.

giulio martini

domenica sera

mission impossible riuscita al regista e protagonista Ben Affleck, il quale dovendo rifarsi da un paio di flop, costruisce questo esemplare salvataggio ( tipo Mosè che si apre il varco all'Aeroporto o  la variante di "Salvate il soldato Ryan")  con cui si  burlano gli   islamici  e  fa  gongolare i  colleghi californiani - che lo ricambiano con l'Oscar -  perchè svela il  contributo  del cinema  di fiction  contro i nemici supremi e lo sconcio spettacolo televisivo in diretta dell'11 Settembre. In un Iran che assomiglia ad una Metropoli del futuro-arcaico, popolata da  uomini tanto barbuti quanto i primati de "Il pianeta delle scimmie" nonchè di donne  velatissime  (perchè non ci sia pornografica occidentale nelle loro raffigurazioni...) il regista/protagonista usa ed abusa della tecnica del thriller.  Ma è abilissimo e assai coinvolgente nel farci parteggiare per questa spia che viene da Hollywood  e  che vive la sua tripla  identità  non secondo il machismo di Bond, ma riscoprendo i  vecchi canoni  paternio  e sentimentali di John Wayne.

angelo sabbadini

martedì sera

Bello rivedere lo smalto del cinema politico degli anni Settanta firmato da un accorto Ben Affleck che si guadagna sullo schermo a colpi di suspense e ironia l'incondizionata fiducia di un pubblico che è disposto a credergli sempre e comunque... La sequenza del Pasdaran barbuto che telefona alla casa di produzione per sincerarsi della veridicità della troupe cinematografica fa sorridere... la corsa dei Pick up komeinisti per stoppare il Jumbo è una palese invenzione di sceneggiatura... Ma non importa: crediamo a tutto quanto e alla fine comprendiamo che l'impresa più ardua, quella dove veramente ci si gioca la pelle è quella di ritornare in famiglia!

carlo caspani

mercoledì sera 

Film di azione e avventura secondo le regole d'oro dei generi. Due ore che volano con grande mestiere, sceneggiatura a prova di bomba e citazioni dovute a tutte le scene di repertorio holliwoodiane: anche se la parte "cinefila" è ambientata a Burbank (serie b e tv) l'idea a noi cara è che il cinema ci salva la vita, come scriveva Truffaut. A volte anche in senso letterale

marco massara

giovedì sera

Oltre a sottoscrivere al 110% quanto già detto da Carlo vorrei aggiungere che, anche se ho visto il film 4 o 5 volte, il coinvolgimento, l’incertezza  ed il ‘tifo’ per Afflect/Mendes & C. si è riproposto puntualmente insieme alla simpatia per gli ‘svaccati’ di Burbank.  E se il cinema salva la vita anche una telefonata, come diceva Telecom, può farlo: meno male che Canada e USA hanno lo stesso prefisso internazionale 001, altrimenti…….fuck off Argo !!!

giorgio brambilla venerdì sera Ben Affleck ci propone un'opera che mescola sapientemente lo stile del film d'inchiesta anni '70 con il thriller e la commedia, immagini simil-documentarie con la fiction allo stato puro, per farci riflettere su un importante episodio della storia americana e contemporaneamente farci appassionare e divertire. Usa sapientemente il montaggio per creare una forte tensione, come nella sequenza finale, e per mostrare che la lettura di un copione a Hollywood, la propaganda integralista iraniana o quella fintamente risoluta americana, non sono che diverse forme di spettacolo; esemplare a questo proposito risulta la macabra messa in scena dell'esecuzione nello scantinato dell'ambasciata. La storia è quella tipica del cinema made in USA: l'eroe suo malgrado, che non vorrebbe immischiarsi negli affari altrui ma, se proprio deve, lo fa, e lo fa bene. E poi se ne torna in campagna dalla famiglia, dove davvero vorrebbe stare. L'America fa autocritica, ma soprattutto fa cinema, ottimo cinema