gli
animatori lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
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THE HELP |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
roberta braccio |
domenica pomeriggio |
Questa settimana roberta è stata sostituita da giulio |
giulio martini |
domenica sera |
Cosa non c'era in " Via col vento
", film qui ampiamente citato ? Una mamy nera coraggiosa che si ribelli ,
una bianca ( vestita di rosso come Rossella ...) che anziché raccontare i
suoi fatti amorosi, documenti i problemi delle donne nere ( qui i maschi di
qualsiasi colore sono stupidi o molto insipidi) . E mancava la descrizione
minuta della noiosa vita delle ricche signore del Sud. Ecco " The Help " fa
l'esatto contrario. E lo dichiara: sceglie la prospettiva che là mancava.
Per cui non interessano neppure le "battaglie ,il "sangue versato" ( di di
Martin Luter King o di Kennedy ) o l'illustrazione kolossal di un preciso
sfondo storico e politico. Si concentra invece sul privato: sulla maternità vera o fittizia, sui modi dell''emancipazione ( che passa, come abbiamo visto in altri film recenti, innanzitutto dai water...), sulla l'arte del cucinare come dimensione della femmnilità e trionfo degli affetti autentici . Così il film fa contenti i bianchi USA che vedono quanto tempo c'è ormai tra il passato del Ku Klux Klan ed il presente dell'orto di Michelle Obama alla Casa Bianca col marito. Ma fa felici anche il pubblico di colore, che vede che ormai non servono più "aiuti", perchè si può fare bene ( anche i film o i romanzi ) da sè. L'idea è interessante, ma lo stile è tradizionale ( basti vedere il vialetto alla fine...) e la recitazione un po' forzata. |
angelo sabbadini |
martedì sera |
Tate Taylor è un cineasta che viaggia con il vento in poppa alla luce degli incassi dei suoi film fluidi e ammiccanti: buona cosa averlo presentato nel cineclub con una commedia scatologica dedicata al razzismo. I visionari del martedì l’accolgono con la consueta disponibilità sottolineando qualche insistita prevedibilità e qualche personaggio troppo caricaturale. |
carlo caspani |
mercoledì sera |
Serve negre, padroncine zuccherose
e infantili (le chiamano "miss" anche dopo il secondo figlio), il Mississipi
come ai tempi di Via col vento e una carrellata di personaggi stereotipati,
prevedibili e per questo tranquillizzanti e consolatori. In America i blog
che dibattono sui dettagli banali della trama del film rivelano che "quel"
razzismo esiste ancora, mascherato dal politicamente corretto. Da noi, per
sfuggire alla scontatezza, resta solo di tifare per Dallas Howard, attrice
coraggiosa e figlia di tanto padre Ron che accetta parti così odiose con uno sguardo d'acciaio azzurro: la più brava di tutte |
marco massara |
giovedì sera |
Trovo la sfilata di torte (peraltro scatologicamente pericolose in questo film!) preparate dalla bionda Celia abbastanza simbolica: c’è un po’ troppo zucchero a Jackson-Mississipi dove tutti i personaggi sono al loro posto e tutte le biglie vanno in buca come in un perfetto colpo di carambola. E il film fa accendere il sospetto che non bruci solo il Kentucky Fried Chicken della cuoca quando arrivano i dollari, ma che ci sia un fuoco pronto a divampare tutt’attorno, un odio insopportabilmente inaccettabile con gli occhi di oggi e pronto a scatenarsi come nella convincente notte da incubo di metà film. Attrici eccellenti su ambo i fronti, che fanno perdonare almeno due sottofinali e i personaggi maschili appena abbozzati e che spingono l'indice di gradimento su un verde un po' stinto. |
giorgio brambilla | venerdì sera | The Help fin dalla prima inquadratura porta lo spettatore ad entrare negli occhi della giornalista Skeeter per vedere i racconti degli “aiuti” di colore delle inconsistenti “signore “bianche. Il racconto è quindi narrato attraverso questi due punti di vista coincidenti, che mostrano una galleria di mostri quotidiani e contraddittori: donne razziste che organizzano feste per raccogliere fondi per bambini neri e affidano i loro figli a persone che disprezzano, ma che li allevano meglio di quanto farebbero loro. La violenza nelle relazioni quotidiane abbonda, quella dei morti ammazzati è solo sullo sfondo. Il risultato è un film un po' prevedibile e manicheo, in stile Disney - tranne forse che per il personaggio più fuori dagli schemi, la sensuale e svanita Celia Foote - che però sa coinvolgere lo spettatore come ogni favola che si rispetti. Un tipico prodotto da Oscar, con i pregi (a partire dalle ottime attrici) e i limiti del caso |