gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            QUASI BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            COSI'-COSI'-COSI'

                                                            MALE

                                                

 HITCHCOCK

 

 

DOM  pom

DOM sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

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matteo mazza

domenica

 pomeriggio

Se è vero che non abbiamo bisogno sempre di capolavori, è vero anche che abbiamo bisogno sempre più di buoni film in grado di raccontare il tempo (presente, passato, futuro) e l'uomo. Per capirlo o scoprirlo meglio. Hitchcock di Gervasi entra a pieno diritto nella seconda categoria di film perché è un buon film che guarda al racconto di una paura e di un sospetto che dal privato trascende nel pubblico. Racconto che riguarda tutti ma proprio tutti e che in parte condannerà tutti. Alla fine più che essere il film di come Alfred ha realizzato Psycho, Hitchcock è il film di come Alma amava Alfred, quindi questo è anche un film sul cuore paziente di una grande e geniale donna, tenuta sempre nascosta, all'oscuro, sempre in ombra ma sempre e comunque luce degli occhi di Hitch.

giulio martini

domenica sera

Mette in scena tutto quello che si sapeva già ( ma dimentica pure molto : mancano la figlia degli Hitchcock, la settimana di clausura totale per girare la scena della doccia, la controfigura..., ) tuttavia è pur sempre meglio del più che maldestro tentativo di remake fatto da Gus Van Sant o del demenziale sequel PSYCO 2 .Come storia "inventata" - il possibile tradimento della fedelissima Alma Reville - non c'è in realtà molto ingegno, ma per lo meno si dice finalmente al mondo intero sia che lei è sempre stata fondamentale per i suoi film sia che il Maestro è sempre stato vergognosamente boicottato da Hollywood ( vedi assenza di Oscar a tanti capolavori...). W Truffaut e il suo libro! Bravissimi gli interpreti.

angelo sabbadini

martedì sera

Una volta tanto parliamo di trucco: il faccione bolso con gli occhi tristi di Hopkins non convince. Dovrebbe avere sessant’anni ma ne dimostra venti di più. Non è cosa di poco conto considerando che incarna nientemeno che Alfred Hitchcock le cui fattezze sono ben conosciute e universalmente venerate. Tutto il film sembra tentare un faticoso avvicinamento all’originale ma l’impresa probabilmente richiedeva molto più coraggio e anche molto più azzardo. Rebello non osa, si mantiene su un tono medio con qualche inevitabile licenza poetica e alla fine centra poche sequenze veramente significative (Hitch direttore d’orchestra della paura!). Dunque piacevole ma se ci pensiamo bene e, nonostante gli attori stellari, molto televisivo. La valutazione del film non si discute visto il soggetto: giallo!

carlo caspani

mercoledì sera 

Chi del pubblico non ha mai visto film di Hitchcock, in particolare Psycho (ci sono, ci sono...), apprezza il ritratto di un rapporto coniugale, la descrizione della Hollywood di fine anni Cinquanta e pensa ad Alfred come a un grasso goloso, ubriacone e voyeur. Per tutti gli altri, il film è fuorviante, incompleto e a tratti fastidiosamente pettegolo mentre pretende di rendere omaggio al genio della coppia .
Del Maestro e della sua degna Consorte, soprattutto della loro vis
artistica, poco o nulla perviene allo spettatore. Il cinefilo hitchcoko-hawksiano (Truffaut oblige) può solo invocare la pena riservata a chi attentava al re o al limite, visto che siamo in repubblica, un misericordioso oblio
.

marco massara

giovedì sera

Attraverso un buco nella parete Hitchcock guarda le sue bionde attrici che si spogliano per indossare gli abiti d scena; anche noi guardiamo dal buco della serratura i suoi vizi privati per cercare di capire le sue pubbliche virtù. Peccato però che il film si limiti a mostrare senza spiegare niente. La scommessa era impegnativa, ma c’era la memorabile intervista di Francois Truffaut (“Il cinema secondo Hitchcock” ) che poteva aiutare. A salvare dal rosso pieno c’è l’intelligente interpretazione di Helen Mirren, l’uso del corpo (non del volto!) di Anthony Hopkins, e la scena del ‘rimontaggio’ di Psyco .
giorgio brambilla venerdì sera Hitchcock ricostruisce la genesi di Psycho e mostra la solidità e l'importanza del travagliato legame del maestro del brivido con la moglie Alma, attraverso riferimenti alle pulsioni erotiche, violente (e gastronomiche) del suo protagonista. Una storia insieme collettiva e personalissima, con tanto di immersione nell'inconscio del Nostro attraverso i suoi allucinati dialoghi con il serial killer Ed Gein. Ci sono alcune buone idee, come la scena nella quale Hitch, attraverso le immagini della mitica scena della doccia, dirige le emozioni del pubblico. Degno di nota è pure lo spietato ritratto dello studio system, con il grande capo della Paramount che lo rimprovera perché, lasciato a se stesso, dirige opera discutibili come La donna che visse due volte, recentemente dichiarato dalla rivista “Sight and Sound” miglior film della storia del cinema. Purtroppo un po' di buoni ingredienti e di buona volontà producono un film di debole personalità