gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            MALE

                                                

LE NEVI DEL KILIMANJARO

 

 

DOM pom

DOM sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

Quanto colpisce forte questo film? Lascia quasi storditi dalle domande e dall’obbligo dell’autoanalisi. Quanto ci rendiamo conto essere giusto, sano ed etico, il comportamento di questa coppia? Tanto, troppo. Ai limiti dell’utopia, ma il regista sa che il rischio di far crollare il film sotto il peso della definizione “proprio una bella favola” è forte e pericolosissimo, perché allora diventa più facile liquidare i dubbi (“queste cose succedono solo nei film”).Per questo resta in ogni modo ancorato alla realtà: tutte quelle gru e le navi che scorrono inesorabili, gli sguardi dei bambini e quelli degli adulti, i dialoghi semplici e diretti di alcuni e quelli sfuggenti di altri, le differenze delle storie personali e anche una vena di suspance (a noi che siamo abituati a film in cui se una moglie mente al marito, il marito lo scopre e come minimo pensa ci sia un amante). Tanti elementi di contorno che rendono il contesto più che credibile, anzi, “nostro”. Proprio quando ci sentiamo a nostro agio, sferra un colpo dopo l’altro. Le reazioni dei nostri protagonisti non sono le nostre, sono più quelle dell’altra coppia, o dei figli. Pian piano però capitolano tutti, e restiamo noi, a renderci conto che è davvero possibile essere meglio.

giulio martini

domenica sera

Rara celebrazione dell'amore coniugale, come segno della capacità di andare "oltre" le formule del vetero - sindacato e/o della facile sociologia dei "nuovi poveri", senza cadere nel romaticismo di Hugo e nella retorica di Jaurès. Il non - super uomo Michel e la non super donna Marie Claire costruiscono una solida scialuppa ( un' allusiva reminiscenza dell'arca di Noè, per cui si preferisce il simbolo armeno del monte Ararat - ampiamente citato - e si trascurano le nevi esotiche del Kilimangiaro...) in cui i due sposi sono disposti
ad accogliere e a salvare tutti "gli esemplari" dell'ampio zoo umano di tre generazioni che gira loro attorno . Offrono così un antico approdo sicuro alle mille inquietudini post/moderne , anche se contano anche - con garbata ironia narrativa -sulla forza energetica garantita dalle doppie razioni spirituali ma effimere del "Tiramisù" e del "Metaxa"...

angelo sabbadini

martedì sera

Guediguian  ritorna nel suo prediletto ecosistema creativo (L'Estaque) e mixa da par suo mare, cicale e ambasce proletarie. Non gli accadeva dal lontano ?Marie-jo e i suoi due amori' ed il suo cinema appannato ritrova passo, smalto e calore.

carlo caspani

mercoledì sera 

All'Estaque la classe operaia non va in paradiso, ma qualcuno di loro se lo meriterebbe. Apparentemente semplice e didascalico, in realtà complesso e sentitamente approfondito, un racconto morale e universale su questi nostri giorni, sui giovani e sui vecchi, sulla necessità di "fare", ma prima ancora di "capire" per aiutare gli innocenti e gli indifesi. Renoir, Duvivier, Becker e Pagnol, numi tutelari del Cinema di Guediguian, approverebbero tutti.

fabio de girolamo

giovedì sera

Questa settimana fabio è stato sostituito da giulio
giorgio brambilla venerdì sera Questa settimana giorgio è stato sostituito da carlo