gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            QUASI BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            COSI'-COSI'-COSI'

                                                            MALE

                                                

IL LAUREATO

 

 

DOM  pom

DOM sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica

 pomeriggio

Sempre bello da vedere e rivedere, di questo film non smette di stupire la modernità. Ma sono due in particolare le caratteristiche che a mio avviso lo rendono unico. In primis, un’aurea di tensione drammatica che scorre in parallelo e che, certe scene grottesche persino potenziano: questo rende il film una commedia decisamente diversa. In secondo luogo, l’assenza di comunicazione tra i personaggi e anche con il pubblico. Gli snodi chiave sono affidati al silenzio o alla colonna sonora, chiedendo al pubblico di immergersi nel plot e di vivere sulla propria pelle la frustrazione, la rabbia, la disfatta e tutte le emozioni (negative, sia ben inteso)più forti. Un grande cult che non stanca perché parla all’uomo dell’uomo, nel suo confronto sociale che, per quanto i tempi possano cambiare, ha schemi che non passano di moda.

giulio martini

domenica sera

Col tempo ci guadagna: Mike Nichols si rivela un regista capace di simpatiche invenzioni visive e di insolite soluzioni di montaggio. E' sempre accurato ed ha un un magnifico senso del ritmo. La storia - non del tutto motivata, ma indubbiamente originale quanto scabrosa, perché al "limite dell'incesto" - manifesta, al fondo e alla fine, tutta la sua esorbitante carica romantica, dato che la ricerca di un Amore bello e pulito si esalta nel confronto con la peggior "dark lady" degli ultimi 50 anni. Il vero motivo del suo clamoroso successo all'epoca starà forse in qualche recondita piega psicoanlitica, ma il film funziona ancora e comunque a prescindere dalle musiche, che pur contano.

angelo sabbadini

martedì sera

"Mrs. Robinson, you're trying to seduce me...". Il punto è esattamente questo un film del 1967 può essere ancora interessante o siamo nella pura filologia cinematografica? I visionari del Bazin reagiscono come Ben: sono sedotti. Ne esce un confronto spumeggiante durante il quale la metà della sala ammette candidamente di non avere mai visto il film... Paradossale ma vero! E poi nonostante gli illustri pareri (vedi Morandini), che reputano il film ormai inchiodato a una determinata stagione cinematografica, l'opera di Nichols dimostra un'insospettata vitalità. E abbandonate subito le inevitabili considerazioni sugli anni sessanta si viaggia spediti verso Svevo e il tema dell'inettitudine e della scelta...Magie del Cineclub!

carlo caspani

mercoledì sera 

Film di memoria e nostalgia, ma regge ancora: istantanea di un'epoca un attimo prima della Rivoluzione (è il '67), lontana dal Vietnam, vicina sempre all'indecisione e alla noia Senza una vera passione che precedono decisioni importanti da prendere per "diventare grandi" (il futuro è nella Plastica!). Montaggio raffinato, colonna sonora perfetta, personaggi tutti in parte. È segno di vecchiaia se, dopo tanti anni, la Signora Robinson ci appare meno odiosa, sempre sensuale, maledettamente sola?

fabio de girolamo

giovedì sera

Se ci si ripensa ci si accorge che quello che del film resta nella memoria sono singole inquadrature, singole sequenze, non il disegno complessivo. Si resta folgorati da geniali intuizioni registiche più o meno reiterate (il violento zoom ad aprire più volte usato o la magistrale sequenza che monta l’apatica stasi casalinga di Benjamin con i notturni incontri con Mrs. Robinson: due facce della stessa medaglia) per essere poi delusi dalla struttura narrativa piuttosto scombinata, divisa di netto in due parti poco pertinenti una con l’altra. Si è sorpresi dalla viva, anche contraddittoria complessità della psicologia di Benjamin e altrettanto sorpresi dall’inconsistenza di un personaggio comunque importante come Elaine, che cambia più volte prospettiva esistenziale più in funzione delle esigenze del protagonista che per motivazioni insite nel personaggio. Comunque un film importante.
giorgio brambilla venerdì sera Il laureato anticipa il disagio giovanile e le contestazioni nei confronti dei valori dei genitori, che di lì a poco sarebbero esplose nel fenomeno della contestazione del ’68, in particolare contro la guerra del Vietnam. Qui si tratta ancora di un malessere esistenziale, quello di un giovane che rifiuta di vivere il proprio futuro seguendo regole decise da nessuno, e nel frattempo amerebbe non essere messo in bella mostra alla stregua di un pesce nell’acquario, come nella terrificante sequenza del regalo della muta subacquea. Piuttosto che questo, meglio una relazione discutibile ma che possa distrarlo dall’insensatezza che lo circonda; in questo il film anticipa la libertà sessuale che si stava per realizzare. I personaggi sono memorabili: dall’ingenuo e da tutti inascoltato Ben, alla candida Elaine, alla diabolicamente manipolatrice Mrs Robinson. Il tutto raccontato con un linguaggio non proprio banale nella scelta delle inquadrature, del montaggio, della profondità di campo e dei movimenti di macchina (reali o apparenti); e poi la colonna sonora, ormai entrate nella leggenda, come alcune sequenze, in primis l’inquietante finale. Non è il film di un genio, ma centra perfettamente il bersaglio