gli
animatori lo hanno visto così : BENE
COSI’-COSI’
MALE
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LOUISE-MICHEL |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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precedenti
roberta
braccio |
domenica
pomeriggio |
rumoroso, fastidioso e talmente unfair che non si può resistere.
Come la vendetta, d'altronde. E a volte come il genio. Un'invenzione? non
troppo, visti i tempi |
francesco
rizzo (guest
star) |
domenica
sera |
commedia politicamente scorretta e
sanamente sgradevole su due canaglie a caccia del padrone che ha fatto
chiudere la fabbrica. ma il padrone, "in questo mondo libero"
come direbbe ken loach, non si trova. non esiste più. e allora, chi sono le
canaglie? un ex carcerato per omicidio e il peggior investigatore di Francia
o chi lascia senza paga decine di famiglie come nulla
fosse? nerissimo film-gioiello che ci ricorda pure come si possa
far ridere con la macchina da presa ferma, il fuoricampo, l'uso del
sonoro. |
angelo
sabbadini |
martedì
sera |
La lotta di classe al cinema con le armi
dell'eccesso e della comicità manicomiale: la ricetta incuriosisce e a tratti
convince ma manca di radicalità e la giustapposizione di gag feroci, lazzi
carnevaleschi e gogliardate liceali rende l'assunto inevitabilmente
diseguale. |
carlo caspani |
mercoledì
sera |
Per fare un film
"anarchico" non basta un titolo che tira in ballo un'eroina del
movimento, né esibirsi in un "politicamente scorretto"
programmatico: quello che poteva essere uno spunto interessante bagna la
miccia dopo venti minuti, e resta solo una compilation di strizzate d'occhio
al "cinema degli ultimi" e ai Monty Python, assolutamente fine a se
stessa. E sì che i due registi, tecnicamente, il cinema lo sanno fare... |
marco
massara |
giovedì
sera |
“una puttanata inquietante”
: questa è la sintetica conclusione di uno spettatore durante lo scambio di impressioni dopo il film. In
effetti i due neo-surrealisti francesi chiedono un po’ troppo alla
‘sospensione della incredulità’ che ogni spettatore è chiamato ad
attivare nel momento in cui si ‘affida’ al flusso audiovisivo
della esperienza cinematografica. Firmata la ‘cambiale in
bianco’ del surreale ‘incipit crematorio’, in cui ogni
inquadratura è fonte di ambiguità, ci si affida al flusso stralunato di
visitazioni di tutte le paure, lacune esplicite e latenti , desideri
inespressi ed inesprimibili della società occidentale: la morte, la malattia,
l’ignoranza,il talento ed il ruolo,
la crisi del lavoro, gli eccessi del capitalismo, il desiderio di
vendetta, il terrorismo, i flussi migratori etc etc etc . E siamo sempre
accompagnati dall’imbarazzante dubbio se gli autori ci stanno prendendo
in giro o stanno facendo un discorso maledettamente serio. Solo il lato
‘transgender’ dei due protagonisti è decisamente troppo abbozzato
ed irrisolto; questo aspetto, unitamente a qualche passaggio eccessivamente
greve anche se giustificato dalla scelta di ‘zero appeal’ della
rappresentazione, non spinge il gradimento oltre il livello del
‘giallo’. Un giallo inquietante, appunto. |
giorgio
brambilla |
venerdì
sera |
Luis-Michel sembra il fratello cattivo di Vuoti a rendere. Se
quest'ultimo versava balsamo sulle piaghe che evidenziava, il film di questa
settimana vi versa sale. È un'opera arrabbiata, che ride sia dei
“padroni” sia degli operai; però incita questi ultimi alla
rivolta, anche nella vita reale (le donne che, dopo i titoli di coda,
decidono che il padrone lo ammazzano da sole, sono un chiaro messaggio
rivolto allo spettatore). Mostra che molti desidererebbero sfogare la propria
rabbia e vendicarsi, ma solo quando non si ha più nulla da perdere ci si può
togliere questo sfizio. Afferma che il Potere ormai è un'entità talmente
astratta che non si sa più nemmeno con chi prendersela, e che ruba tutto alle
persone: il lavoro, la dignità, persino l'identità sessuale. Il suo impianto
ideologico può ovviamente essere criticato, ma credo gli vada riconosciuto
del coraggio: in anni in cui i film paiono costruiti a tavolino per mettere
tutti d'accordo, un'opera che sfida lo spettatore e divide la critica, per la
forma quanto per il contenuto, risulta una piacevole (si fa per dire)
eccezione. |