gli animatori lo hanno visto così :                                                     

 

 

UN MATRIMONIO ALL’INGLESE

 

 

DOM

pom

DOM

sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

Anarchico, spregiudicato e cinico. Si assiste con deliziato sconcerto alla
guerra che si gioca in un'imbalsamata villona grigia, dove, tra finte alleanze
e strategie, ci si dilania a colpi d'ironia. "Let's misbehave" cantavano Larita
e lo suocero in salotto... E quando le parti si fanno dure, i duri partono
ridendosela di gusto

giulio martini

domenica sera

Se Noel Coward è il drammaturgo del '900 più amato dal pubblico anglosassone ( meno dalla critica )  qui si  prende una imprevista rivincita, visto che -in patria - non c'è chi non abbia parlato bene della pellicola.

L'impertinente  autore  di "Spirito allegro" e " Vite private" (anche film)  nonchè l' autore/sceneggiatore del  fortunatissimo "Breve incontro", sempre  per  David  Lean, ha al cinema una coraggiosa versione postuma dei suoi copioni salottieri, oggi - dal punto di vista della regia -  assai più pertinente delle eterne stanche  riproposte da palcoscenico al Manzoni o al San Babila.

angelo sabbadini

martedì sera

Bisogna essere folli come Sthephan Elliot per recuperare dalla polvere del tempo la piece "Easy Virtue" di Noel Coward e tradurla con i tempi del cinema. Spesso, però, la follia si accompagna alla genialità e il regista australiano riesce nell'impresa di inventare un film cubista con una sceneggiatura che rappresenta il trionfo del wit.

carlo caspani

mercoledì sera

Stephen Elliott alle prese con Noel Coward, l'autore teatrale simbolo 
della britannicità di  strettissima osservanza, in un film presentato 
come commedia brillante in costume, ma che si rivela ben più profondo 
e serio.
Così vince la scommessa di modernizzare un'opera del 1924 giocando 
sulla musica, su un pacchetto di mischia di ottimi attori, ma 
soprattutto sullo sguardo divertito ma critico di Coward nei confronti 
di un'Inghilterra, di un mondo, che deve fare i conti coi tempi che 
cambiano, e rispettare i perdenti.

marco massara

giovedì sera

Stephan Elliot fa arrivare l'agente infiltrato americano Larita su una BMW fuoriserie, proprio come fa nei film più recenti il più famoso agente segreto al servizio di sua Maestà.

Si scatena il prevedibile gioco delle parti, ma Elliot va ben oltre. La destabilizazione attuata attraverso l’attualizzazione dei dialoghi (“Questo è il mio curriculum” – “Cosa sono quegli occhi da panda ? “ nel 1928 !),  lo straniamento temporale delle colonne sonore ed un maggiordomo ammiccante allo spettatore aiutano a fare emergere le “verità nascoste” dell’una e dell’altra parte e a restituire a lord Jim Withaker (grandioso Colin Firth !) una nuova fertilità.

Mi resta una grande curiosità: ma come avrà fatto Hitchcock a rendere tutto questo in un film muto ?

giorgio brambilla

venerdì sera

Easy virtue mette alla berlina la “virtù facile” dell’Inghilterra d’inizio secolo, fatta di rispetto delle apparenze e di supposti doveri che soffocano la libertà e la vita. È chiaramente postmoderno: mescola commedia sofisticata e dramma, esibisce l’atto della visione costruita attraverso strumenti vari (can-occhiali, specchi, ecc.) e utilizza metanarrativamente la musica. Ovviamente sa un po’ di maniera, ma diverte con garbo.