gli animatori lo hanno visto così :    BENE

                                                       COSI’-COSI’

                                                       MALE

                                                

MILK

 

 

DOM

pom

DOM

sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

Attualissimo – mai come di questi tempi le minoranze e i diversi sono il
parafulmine per ogni disfunzione della società – e necessario, Milk è
soprattutto un film coraggioso. Sempre più registi scelgono di schierarsi, di
esprimere la loro opinione in maniera forte, unica e senza scendere a
compromessi: si può essere d’accordo o meno con le tesi ma un confronto è sempre interessante e fonte di stimoli . Così Milk diventa una testimonianza di un eroe quasi per caso che ha cambiato la storia del paese più democratico (così si dice) al mondo. Se la battaglia per il proprio ideale può nascere in un negozio di articoli per fotografia, può nascere anche in un cinema. O in un cineforum.

giulio martini

domenica sera

Film "militante", ma con garbo e senza enfasi anche se un pò ripetitivo e di scarsa tensione drammatica.
Finora nessuna pellicola, tra le numerossiime ormai dedicate all''argomento, aveva affrontato il tema della "lobby gay", alle sue origini, nelle sue motivazioni giudiche, nelle sue pratiche politiche concrete, nella sua forza.

Se non lo faceva Hollywwod, dove il mondo gay ha un grande peso specifico, non poteva raccontarlo nessun' altra Centrale del Cinema.

E lo ha fatto  puntando sui primi martiri.

angelo sabbadini

martedì sera

Gus Van Sant nella gaia vicenda del film abbandona inopinatamente il suo abituale stile espressivo e si confronta con il grande pubblico utilizzando un linguaggio mainstream che scontenta non poco i suoi numerosi aficionados. È fortunatamente salvato da un ispirato Sean Penn che da solo vale la visione del film.

carlo caspani

mercoledì sera

Lo stile classico del biopic secondo Gus Van Sant: la "gay Frisco" del 1978 con un fenomenale Sean Penn e una storia segnata dalla diversità, dal presagio di morte, ma anche dalla tenerezza e da tanto, mai troppo, impegno civile:necessario, ora come allora.

marco massara

giovedì sera

I film ‘liberal’ made in USA hanno la caratteristica comune di reiterare la comunicazione e al tempo stesso di creare una empatia nei confronti dei protagonisti, con una uniformità di stile che a partire da “Fragole e sangue” (film di formazione dei ‘cineforumisti’ della mia generazione) , passando per “BOB Roberts” (questa settimana la notizia della separazione Robbins-Sarandon raddoppia il lutto per la comparsa del grande Eric Rohmer), arriva ai necessari ma petulanti film-inchiesta di Michael Moore.

Nel caso di ‘Milk’ il primo fattore spesso va a danneggiare il ritmo e l’incisività e per il secondo  rischia di incontrare  oggettive difficoltà ad instaurarsi per lo spettatore eterosessuale.

Tuttavia l’intelligente  struttura a flashback  imperniata sulla registrazione-testamento di Harvey Milk che ne testimonia  il sacrificio e le difficoltà, l’eccellente ricostruzione storica   e la superba interpretazione di Sean Penn portano l’ago della bilancia  (di poco) sul settore verde.

giorgio brambilla

venerdì sera

Con Milk Gus Van Sant ci offre il ritratto  di un normale uomo eccezionale, riuscendo ad evitare tanto la retorica agiografica (tranne forse un po' nel finale) quanto le provocazioni inutili. Sviscerando a fondo un problema particolare, cioè i diritti degli omosessuali, fa un discorso che vale in generale, per tutti casi in cui si rifiuta l'altro semplicemente perché spaventa per la sua diversità. Anche a livello di linguaggio cinematografico risulta equilibrato, comprensibile al grande pubblico senza essere banale. Forse non è  proprio un capolavoro, ma è cinema intelligentemente impegnato. E Sean Penn l'oscar se l'è proprio meritato.