gli animatori lo hanno visto così :                                                     

 

REVOLUTIONARY ROAD

 

 

DOM

POM

DOM

sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

C’è un’angoscia latente che va montando piano per poi montare come uova
strapazzate (vi ricordate The Hours?) nella ciotola da una April che ormai ha
preso una decisione. Un film doloroso che preferisce al soft focus della
fotografia e dei sogni, le imperfezioni dei personaggi. Dei loro visi e delle
loro vite.

giulio martini

domenica sera

La "Rivoluzione" è la seconda opportunità che  l' America, il "nuovo mondo", offre a tutti.
Ma - coerentemte - questo secondo film che  Sam Mendes dedica all'' Americana bellezza, è crudele e brutale come il  primo, e niente affatto " rivoluzionario " nè nello stile cinematografico nè nella messa in scena.
Se - secondo lui - il "cambio di vita" e  "il ribaltamento in positivo della propria esistenza" in realtà è impossibile ( negli States, ma anche altrove...) , è inutile e presuntuoso il finto nuovo linguaggio  nuovo di Hollywood anni '90 e seguenti ( il "post- moderno").

Meglio questo suo spudorato gusto Old -Vintage, cosi vero e così falso, cioè cosi all'antica e così illusorio, come i grandi sogni rigeneratori  made in USA del dopoguerra.

angelo sabbadini

martedì sera

Leonardo Di Caprio e Kate Winslet si ritrovano dopo undici anni ed è di nuovo naufragio. Questa volta non c'è l'oceano di James Cameron ma l'acquitrino opaco della quotidianità di Richard Yates. Sam Mendes riparte da American Beauty e immerge i protagonisti del film in un acquario insieme ai loro sogni infranti. Per Frank ed April non c'è via di fuga. 

carlo caspani

mercoledì sera

Leo e Kate dal Titanic al benessere americano degli anni Cinquanta: 
gli attori sono cresciuti, e bene, e la storia, di solido impianto  teatrale, ha tutte le caratteristiche del racconto esemplare sulla  fragilità dei sogni di gloria (Parigi, o cara...) contro la soffocante  routine piccolo borghese che di rivoluzionario, guarda caso, ha solo l'indirizzo.

fabio de girolamo

giovedì sera

Un melodramma in cui il destino avverso non è, come da tradizione, una forza sovrannaturale, ma il frutto della contraddittoria mentalità dell’America anni ’50, che sponsorizza da una parte il mito del sogno americano, ma dall’altra è impegnata nella sistematica costruzione dell’anonimo uomo medio.

Nel complesso accettabile, con qualche affettazione di troppo e il solito “malato di nervi” che la sa più lunga di tutti.

giorgio brambilla

venerdì sera

Nove anni dopo American Beauty Sam Mendes torna a raccontare il naufragio dei sogni della famiglia americana. Di Caprio è meno contento di vivere con la Winslet di quanto lo fosse in Titanic di morire per lei,  non sa rinunciare alla  “sicurezza” che ha nel suo vuoto disperato fatto di menzogne per mettersi alla prova nell'improbabile nuova esistenza che la moglie ha pensato per loro. Come dar torto (o ragione) ad uno dei due?