gli
animatori lo hanno visto così :
BENE
COSI’-COSI’
MALE
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SISTER |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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dei film precedenti
matteo mazza |
domenica pomeriggio |
Film ibrido, che è alla ricerca di un genere e di una forma (ma chiaramente siamo nei paraggi del realismo europeo più efficace), che sembra cercare di definire pure i suoi personaggi (un figlio che non è fratello, una madre che non è sorella...). Insomma, un film sulla ricerca (o sulla conquista?) dell'identità (singolare o plurale), perché questo è anche film di menzogne, falsità, furti, inganni, sotterfugi, nascondigli, ruoli intercambiabili, salite e discese. Un dramma esistenziale costruito su strade, piste, campi, cieli grigi o azzurri, dove la neve è bianco candida o bianco sporco, ma tra "i candidi" e "gli sporchi" il confine non è così netto. Un film che inizialmente tende a riempire e a riempirsi, che poco a poco tende a svuotarsi e a svuotare, che si chiude su uno sguardo (amarissimo) che fa sperare. |
giulio martini |
domenica sera |
Bella storia anticonformista ed originale, su una maternità voluta per dispetto, ma scoperta a poco a poco nella sua dolce ed inevitabile necessità affettiva. Tra cronaca e metafora, i protagonisti ,che si muovono da vagabondi in un mondo provvisorio di turisti svagati e di lavoratori stagionali, reintrepretano i loro legami di sangue come bisogno di reciproca inclusione, per non restar tagliati fuori dal "flusso della vita". Il raccontoè lucido, delicato, feroce, toccante e senza piagnistei. |
angelo sabbadini |
martedì sera |
Ursula Meier dopo un debutto cinematografico folgorante cambia registro e guarda al cinema asciutto dei Dardenne. Ci racconta la storia crudele del giovane Simon costretto a sopravvivere di espedienti nella pacificata Svizzera dedita ai riti delle vacanze invernali. Il ritratto del piccolo eroe dickensiano colpisce al cuore per la bravura dell'interprete e per lo struggente rapporto affettivo con l'inadeguata madre. Film riuscito che scalda il dibattito del Bazin e invita i presenti a riflessioni illuminanti. |
carlo caspani |
mercoledì sera |
Fiaba apparentemente realistica,
sviluppata in verticale, con un "alto" e un "basso" legati simbolicamente da
una funivia/limbo, e zeppa di tutte le tematiche care al cinema impegnato di
questi anni: bambini/adulti alle prese con adulti/bambini inadeguati,
mimetismo sociale, ruoli famigliari confusi e ambigui, assenza di legge,
giustizia e amore (rigorosamente in minuscolo)... Tra neve e fango Simon e
Louise lottano, giocano, provano a sopravvivere. Si incontreranno mai, oltre che incrociarsi fugacemente negli ultimi cento fotogrammi sulla funivia? |
marco massara |
giovedì sera |
Un film svizzero è di per sé una cosa rara. Un film svizzero che mostra una Svizzera polverosa, proletaria e degradata diventa una occasione di grande interesse. Fino a quando Louise fa da ‘sister’ a Simon sembra che tutto sia regolato da un arido meccanismo economico tra la società ‘alta’ e quella ‘bassa’. Ma dopo la rivelazione di chi è la vera madre dell’adolescente ecco che la vicenda si trasforma in una faticosa e dolorosa ricostruzione di un rapporto affettivo. Film che miscela con successo il realismo della rappresentazione con il marcato simbolismo di alcune situazioni; cinema duro, ma quanto mai necessario. |
giorgio brambilla | venerdì sera | questa settimana giorgio è stato sostituito da carlo |