gli animatori lo hanno visto così : BENE QUASI BENE COSI’-COSI’ COSI'-COSI'-COSI'
MALE
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VIVA LA LIBERTA' |
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DOM pom |
DOM sera |
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dei film precedenti
matteo mazza |
domenica
pomeriggio |
Sí, ok, si sorride qua e là e, sì, ok, è vero che per governare (l'opposizione) occorre un pò di follia. Ma tralasciando il fatto che questo film non è un film sulla politica perchè è un film sulle opportunitá della vita o meglio sulla capacità di ciascuno di rispondere a tali opportunitá, resta il dubbio (che è quasi certezza) che l'operazione simpatia di Andó sia un filo futile e che un vera risoluzione, in fondo in fondo, non ci sia. Dobbiamo accontentarci di un finale accomodante e rassicurante, dove i sondaggi sono alle stelle e i protagonisti rinsaviti? E allora continuiamo così, senza differenze, come se nulla fosse. |
giulio martini |
domenica sera |
E' la passione a muovere la
Politica ? Ma la vera passione è l' arte della necessaria ed inevitabile
menzogna ? Ben più del Cinema ? Tra ironiche allusioni operistiche (l'Ouverture de La Forza del Destino, Ernani, il ritornello canticchiato ...) Andò mette in scena l'ambiente di un grande partito della sinistra italiana facendolo simile ad un set cinematografico. In entrambe la realtà è virtuale, ad uso e consumo degli spettatori ? L'invenzione del regista è uguale all' intuizione/indicazione della prospettiva storica da parte di un Politico ? Nel film i paradossi del gioco delle parti e dell'interpretazione dei ruoli sono sviluppati con suadente equilibrio, senza scadere nè nella farsa nè nella retorica moralista, ma per documentare un autentico disagio che non è solo dell'Autore e non solo nostrano. |
angelo sabbadini |
martedì sera |
Sempre più il cinema italiano s'identifica nelle fattezze dell'istrionico Toni Servillo. Nel film di Roberto Andò l'attore di Afragola addirittura si sdoppia e interpreta due personaggi in attesa in un prossimo futuro di interpretarli letteralmente tutti. Rispetto alle ultime, memorabili performance si ha l'impressione di una recitazione più contenuta messa a disposizione di un film sottile, intelligente, allusivo che rappresenta una felice eccezione nel panorama del film politico italiano che spesso indulge al "gridato". |
carlo caspani |
mercoledì sera |
Un leader politico dell'opposizione in crisi, un fratello gemello bipolare e filosofo, riferimenti voluti al Bel Paese e alla sua brutta politica in un film haiku (forma poetica giapponese: tre versi, 17 sillabe, massima sintesi di pensiero e immagine). Roberto Andò rivisita il cinema politico in chiave di apologo carico di simbolismi (i gemelli che si riuniscono attraverso le figure femminili) con un finale ambiguo dove, come giustamente nota il pubblico, non conta più sapere se l'ultimo sorriso sia di Enrico o di Giovanni. |
marco massara |
giovedì sera |
Raro risultato di eccellente
equilibrio tra divertimento, ironia e profondità di comunicazione. Utilizzando il tema del ‘doppio’ che costella la storia del cinema e con una strizzatina d'occhio al bellissimo 'Oltre il giardino' (Hal Hasby - 1979) Roberto Andò innesta con abilità di raffinato sceneggiatore e scrittore, una serie di inquietanti interrogativi e accenni sia metaforici che espliciti alla stagnante situazione politica italiana. Se un ‘matto certificato’ diventa una soluzione è forte il suggerimento a scuoterci dal ruolo di passivi spettatori di un ‘teatrino’ sempre più autoreferenziale ed inconcludente. E quello che emerge è che ‘non ci sono più i politici di una volta’ perché la politica, oltre a parlarsi addosso, è diventata terreno di conquista di ‘nani e ballerine’. (con tutto il rispetto per entrambi) p.s. Servillo at the best ! |
giorgio brambilla | venerdì sera | questa settimana giorgio è stato sostituito da giulio |