gli
animatori lo hanno visto così : BENE
COSI’-COSI’
MALE
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VUOTI A RENDERE |
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DOM pom |
DOM sera |
MAR |
MER |
GIO |
VEN |
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precedenti
roberta
braccio |
domenica
pomeriggio |
Un delicato, inesorabile spavento a vedersi invecchiare. E la
saggia consapevolezza che la vita, se si sa cercare bene, riesce ancora,
malgrado l’età, a regalare emozioni e sorprese. Così si vive sospesi e
senza avere il controllo della situazione, guardando tutto con la giusta
distanza (per questo la mongolfiera). Ma ci si può ancora provare, a rimanere
attaccati con le unghie ai propri sogni e alle proprie speranze. |
giulio
martini |
domenica
sera |
C''è oltre alla terza età anche - per
fortuna - la quarta. Ma nessun film, fino ad ora, aveva osato
descrivere i pericoli e motivi del Pensionamento e allo stesso tempo
celebrare la tenace voglia di vivere di chi è fuori dal ciclo
produttivo. Abile e frivolo, acuto e
originale "Vuoti a rendere" mette in pista lo sconcerto
che l'improvvisa società dei consumi ha creato in una generazione
nata con il mito della "repubblica popolare fondata sul
lavoro". Una generazione oltretutto atea
per insulsaggine politica ed educativa, ma che ora - alle
soglie del Paradiso - vuole almeno tentare di "volare in
cielo" perché spera di salvarsi, senza farsi travolgere dalle
delusioni e nonostante tutti gli errori personali, di cui però non si pente. |
angelo
sabbadini |
martedì
sera |
In attesa che i rispettivi figli e nipoti
crescano la premiata ditta familiare Jan & Zdenek Sverak cesella un
gioiellino in puro stile Novà Vlna. Sfondi, volti e dialoghi sono ispirati
alla felice e indimenticata stagione del cinema cecoslovacco. E
l'intelligenza con cui scavalcano le abituali mestizie legate alla
descrizione della terza età merita un ennesimo Oscar. Bravi!!! |
carlo
caspani |
mercoledì
sera |
La vita ricomincia a sessantacinque anni per l'ipervitaminico
professore di lettere in pensione, che non se la sente di stare a casa in
pensione e ha ancora desideri e sogni: Stare con gli altri, favorire l'amore
altrui per sostenere il proprio, volare in pallone sui ricordi: divertente e
delicato alla maniera di una volta, senza risultare obsoleto. |
fabio de
girolamo |
giovedì
sera |
Il tono garbatamente ironico e la messa
in scena di personaggi ricchi di sfumature e mai banali continua a essere il
marchio di fabbrica di Sverak padre e figlio, qui alle prese con le manie e
le ossessioni di un neopensionato che non ha intenzione di cedere il passo
tanto facilmente. Domina un senso d’incertezza, sia sul fronte
lavorativo, con Pepa che non riesce a stare al passo con i mutamenti sociali
(allievi indisciplinati), o tecnologici (la macchina che sostituisce gli
uomini nello smistamento delle bottiglie), sia su quello sentimental-sessuale
(qui il contrasto è tra realtà matrimoniale e sogno erotico). La soluzione
finale passa attraverso il viaggio in mongolfiera, un salto nel vuoto che
permette a Pepa e alla moglie di rendersi conto delle rispettive esagerazioni
(troppo conservatrice lei, troppo avventuroso lui) e intraprendere con più
consapevolezza la nuova stagione della vita appena apertasi. |
giorgio
brambilla |
venerdì
sera |
Vuoti a rendere di Jan e Zdenek (indubbiamente co-autore)
Sverak è una commedia intelligente, che mette in scena la terza età, ma non
solo: tutti i personaggi, giovani o vecchi, si sforzano di essere felici,
scontrandosi con le proprie contraddizioni e con l'enigma della sofferenza,
permessa inspiegabilmente da Dio. Il film opta per un finale aperto: non ci
dice se Helenka perdonerà Robert (del resto non è chiaro quale sia la sua
colpa), né come proseguirà la vita matrimoniale di Josef. Sappiamo solo che
l'anziana coppia può ancora continuare a vivere (insieme?) e che Josef
vorrebbe continuare a stare con lei, ma pure concedersi qualche scappatella
che ridimensioni gli effetti della sua “calma piatta molto
costumata”, come suggerisce il finale sul treno, sintesi surreale dei
suoi sogni più e meno proibiti. Non si danno lezioni, si prende solo
sul serio il mondo emotivo e sentimentale delle persone, senza nascondersi
dietro a un dito ma neanche emettere giudizi moraleggianti. Così lo
spettatore si trova senza accorgersi a confrontarsi con problemi grandi come
macigni, a dimostrazione che per far pensare non è indispensabile prendersi
troppo sul serio. |