gli animatori lo hanno visto così :         BENE

                                                            COSI’-COSI’

                                                            MALE

                                                

YOUNG ADULT

 

 

DOM pom

DOM sera

MAR

MER

GIO

VEN

 

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roberta braccio

domenica pomeriggio

Un film scomodo perché senza pietas alcuna, ma anzi con una buona dose di cinismo, punta la macchina da presa su emozioni nude. Personaggi che si corazzano di arroganza e indifferenza per non lasciar trapelare il senso di fallimento bei confronti delle alte aspettative. Persone desolate il cui unico orizzonte sembra l’accettazione frustrata di una vita pallida come la fotografia del film. Un’accusa piena al sistema sociale dunque, che in nome del Successo personale a tutti i costi impone false speranze e direzioni sbagliate (vedi il cartello stradale in primo piano sulla via del ritorno). La coppia regista/sceneggiatrice del film sono ben avvezzi a questa visione personalissima e fuori dalle righe che , in Young Adult più che in Juno, si esprime con uno stile personale e maturo. Rara commedia che va ben al di là del genere, che rompe gli schemi in modo strafottente e che ci presenta un personaggio non facile da digerire.

giulio martini

domenica sera

Il mito Peter Pan, adolescente che non vuole diventare adulto, stavolta è una biondissima Dark Lady, in versione streghetta.
Volesse soltanto rifiutarsi di crescere, per restare morbosamente legata al suo super- idealizzato mondo giovanile, non sarebbe già poco.
Ma è anche una perfida "sciupa-famiglie", ed incapace persino di pentirsi . Dunque Reitman ci propone ancora una figura che sta "tra le nuvole"
andando - al solito - controcorrente rispetto alle storielle di Hollywood. Però questa nuova operazione, densa di novità, non ha un vero sviluppo
narrativo. Si concentra di fatto sulla protagonista, che rimane impietrita nel suo narcisismo. Peccato ! Ma Charlize, che ha vissuto un'infanzia
ed un'adolescenza piene di traumi, si dimostra una vera attrice !

angelo sabbadini

martedì sera

Miss Dior, smessi il trucco e il glamour, e calzati con baldanza stivali Ugg e indossata una giovanilistica t-shirt Hello Kitty si cala con professionalità nella sceneggiatura acida dell'osannata Diablo Cody. Al centro del plot, non sempre calibrato, il naufragio di Mavis Gay che fa della statuaria Charlize una interprete specializzata nelle derive esistenziali. Dopo Monster anche con Young Adult la Theron si compiace nel rendersi sgradevole: a questo punto sarebbe davvero il caso di chiamare il dott. Freud se non fosse già stato scritturato da Cronenberg!

carlo caspani

mercoledì sera 

Diablo di una Cody: sceneggia, molto all'americana s'intende, un classico tema da commedia giovanile trasformandolo in dramma e specchio di una realtà ormai globale. Quella degli eterni adolescenti che si rifugiano in un "glorioso" ricordo degli anni del liceo per sfuggire alle insoddisfazioni, frustrazioni e delusioni del presente.
Non bastano nemmeno le batoste fisiche e morali per guadagnare la
maturità, se non ci si aggiunge un po' di sentimento e com-passione.

marco massara

giovedì sera

“YOU MUST TURN RIGHT” dice il cartello stradale dell’ultima inquadratura: devi dare una svolta alla tua vita e abbandonare quella ‘ricerca del tempo perduto’ che si dimostra una sequenza di schiaffi in faccia affibbiati dalla ‘banalità’ della vita normale. Reitman/Cody trasformano il classico sentimental journey americano in un disperato tentativo di sincronizzare il proprio sfasato tempo interiore con il tempo-tritatutto della vita reale, e lo fanno utilizzando la (apparente ) leggerezza del tocco già sperimentata in Juno con una intelligente attenzione ai particolari. Una ‘chicca’ in tal senso: la straordinaria Charlize Theron guida una Mini rossa , nemesi di quella del suo primo grande successo, ‘The italian job’ .
giorgio brambilla venerdì sera La coppia Reitman - Cody ci propone un film amarissimo, con una protagonista tanto brava quanto sgradevole. Con un pugno d'inquadrature ci mostra che ci troviamo di fronte ad una persona probabilmente alcolizzata, la cui vita ha come sottofondo chiacchiere da telenovela, incapace di prendersi cura di sé, del suo cane e delle sue cose. Prosegue illustrandoci con chiarezza come Mavis proprio non ce la faccia ad accettare la realtà, per quanto evidente essa sia, e a comportarsi come un essere umano decente; riesce a sviluppare un rapporto autentico solo con Matt lo sciancato, perché disilluso quanto ed infinitamente inferiore a lei. Dopo la scena madre alla festa di battesimo la storia pare sbandare verso un convenzionale lieto fine, ma per fortuna (del film) o sfortuna (di Mavis) interviene la sorella di Matt: il suo discorso, tanto umanamente sciagurato quanto narrativamente coerente, ce la restituisce apparentemente pacificata con se stessa, fredda e antipatica come all'inizio, anche a costo di deludere lo spettatore e rimetterci al botteghino. Una scelta coraggiosa, che porta a compimento un'opera dalla forte personalità, una spanna al di sopra della commedia americana media. Chapeau!