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foglie al vento
da domenica 19 a venerdì 24 gennaio 2025
FOGLIE AL VENTO
regia di Aki Kaurismaki
“Ecco, Aki Kaurismaki è quell’autore, ironicamente, disperatamente romantico, ostinatamente minimalista, sincero, partecipe. Ai suoi personaggi ha sempre voluto bene, anche quando li ha un po’ maltrattati. E ogni sua inquadratura porta impressa la sua firma, la sua visione del mondo. Il suo nuovo film, Foglie al vento, è un piccolo (81 minuti, un miracolo!!!) capolavoro, dove due anime perse nell’algida solitudine della città s’intravedono, forse si piacciono, s’incontrano, si perdono, si ritrovano, si riperdono, ecc. ecc. Si sa che nel mélo, anche in quello raffreddato, il caso gioca quasi sempre a sfavore della coppia; e qui si accavallano folli incidenti “sirkiani” (ma anche un accenno a Un amore splendido di Leo McCarey), senza parere, tra foglie gialle che volano, volti che scrutano attraverso vetri bagnati dalla pioggia, superfici che riflettono, un accenno di colonna sonora (da Magnifica ossessione), cui fa eco, in un altro momento, il Concerto n. 2 di Rachmaninov, appunto da Breve incontro. Più, visto che i protagonisti al primo appuntamento vanno al Cinema Ritz a vedere I morti non muoiono di Jarmusch e che davanti allo stesso cinema ritornano nella speranza di rivedersi, ecco locandine e foto di film di Melville, Jack Arnold, Ozu, e Fu Manchu, Brigitte Bardot, Fat City, Rocco e i suoi fratelli, ancora Lean, Godard e Stranger Than Paradise. Ma questo non significa che Foglie al vento sia un’amorosa collezione per cinefili. Tutt’altro: la sua bellezza, la sua “giustezza”, sta proprio anche nell’autoironia con cui Kaurismaki dissemina le sue passioni cinematografiche (e musicali, con paradossali versioni finlandesi di rock e tanghi e, è ovvio, di Les feuilles mortes di Prévert e Kosma) tra le pieghe di una storia che è molto quotidiana, umana e contemporanea. Anime solitarie (..) e volti imperscrutabili, battute fulminee, silenzi, rotti solo, ogni volta che qualcuno accende una radio (…) Tutto qui: basta poco per catturarti il cuore e lo sguardo, basta essere bravi e limpidi come Aki Kaurismaki. E avere a cuore la gente, come lui e come Chaplin, l’altro spirito guida di questo film, intravisto nei poster fuori dal Ritz e in certe inquadrature e citato nel nome che Ansa dà alla randagia che adotta, una rossiccia di media taglia che pare incredula di aver trovato qualcuno che si occupi di lei. Perché, tra i tanti lati umani di un film di Kaurismaki, non poteva mancare quello canino.”
Emanuela Martini, da cineforum.it
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