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Il cinema italiano dice la sua
IO CAPITANO
Venerdì       28.02.2025

Locandina italiana Io capitano
Regia    Matteo Garrone
Filmografia    Pinocchio (2029), il racconto dei racconti (2015), Reality (2012), Gomorra (2008)…….
Genere    Drammatico
Interpreti    Seydou Sarr (Seydou), Moustapha Fall (Moussa), Issaka Sawagodo (Martin), Hichem Yacoubi (Ahmed),
Fotografia / montaggio    Paolo Carnera / Marco Spoletini
Musica    Andrea Farri
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TRAMA
Seydou e Moussa sono due adolescenti che vivono in un villaggio del Senegal, nei pressi di Dakar. Di nascosto dai genitori lavorano come manovali per mettere da parte i soldi per finanziarsi il viaggio in Europa. Sognano di poter far musica e aiutare a distanza le loro famiglie. Nel cuore della notte scappano di casa e accettano, pagando generosamente, di unirsi a una comitiva di esuli diretta al porto di Tripoli. Ma già durante la difficile traversata del deserto i sogni vacillano e la realtà irrompe sulla scena...
RASSEGNA STAMPA
Romano classe 1968, il regista-sceneggiatore Matteo Garrone nel corso degli ultimi vent’anni si è imposto nel panorama europeo come uno degli autori italiani più apprezzati. Tra i suoi titoli, spesso incoronati al Festival di Cannes, si ricordano: “L’imbalsamatore” (2002), “Gomorra” (2008), “Reality” (2012), “Il racconto dei racconti” (2015), “Dogman” (2018) e “Pinocchio” (2019). Il suo cinema sembra muoversi tra sguardi sociali foschi, criminali e, al contempo, suggestioni fantastiche. A Venezia80 si presenta con un progetto e uno stile pressoché “inedito”: il suo film “Io Capitano” – scritto insieme a Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri – è una fotografia epica dei continui viaggi attraverso l’Africa, il deserto, alla volta del mare e dunque del sogno chiamato Europa. Una coproduzione italo-belga che vede tra i partener Rai Cinema……… “Per realizzare il film – ha dichiarato il regista – siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questo inferno e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dalla loro angolazione per raccontare questa odissea contemporanea dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale”. Matteo Garrone chiarisce bene il taglio del suo film “Io Capitano”: l’autore si concentra sulle realtà di appartenenza dei giovani migranti e sul difficile percorso che compiono, sia come traversata geografica sia come viaggio interiore, un percorso destinato a segnarli e a spingerli brutalmente nell’età adulta. Garrone posiziona la macchina da presa ad altezza di ragazzo, seguendo in particolare la prospettiva di Seydou, un giovane così amato in famiglia da non essere convinto di volersene distaccare. Un ragazzo che durante le avversità e le asprezze della traversata nel deserto non abdica mai ai valori di umanità e solidarietà. E anche quando si trova faccia a faccia con le torture nelle prigioni libiche o davanti alle minacce degli scafisti, non cambia atteggiamento. “Io Capitano” si pone su un binario narrativo già abitato al cinema, si veda il bellissimo “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi; Garrone, però, lavora su una chiave tematica originale, soprattutto personalizzando qua e là il racconto con la sua marca stilistica. L’autore convince soprattutto nel modo in cui lavora con i giovani attori, spingendoli a dare il meglio in termini di spontaneità e naturalezza; inoltre, risparmia allo spettatore immagini scioccanti e violenze insistite. Lascia parlare, con intensità, principalmente gli occhi dei due ragazzi………. Vincitore del Premio cattolico Signis a Venezia80. La motivazione: “Si tratta di un cammino per la libertà e di un 'coming-of-age' che mostra un’esperienza umana di sofferenza in linea con il percorso di crescita di Seydou, che salva le vite di altri esuli lungo il tragitto preservando una purezza di cuore. Il regista Matteo Garrone racconta tale storia ricorrendo a un mix stilistico che accosta il realismo alla fiaba, consegnandoci un potente ritratto umano di fede, speranza e amore”.
Da cnvf.it
In un certo senso Matteo Garrone fa cominciare il suo racconto dal suo film precedente, perché Seydou e Moussa sono Pinocchio e Lucignolo in partenza per il Paese dei Balocchi, circondati da gatti e volpi pronti a predare sulla loro ingenuità…….
Dall'ottica di Seydou e Moussa il viaggio è un'avventura da Capitani coraggiosi, degna di Jack London e di Robert Louis Stevenson. Ciò nonostante Garrone, qui regista e cosceneggiatore con Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri, inserisce nella trama tutti gli elementi che faranno di questo film una cartina di tornasole degli opposti schieramenti: ad esempio i due ragazzi non scappano dalla miseria o dalla guerra ma scelgono autonomamente di avventurarsi oltre il Mediterraneo e gli scafisti libici apparentemente possiedono il numero di cellulare di una ONG, e per contro il film evidenzia il rimpallo della Guardia Costiera italiana e delle autorità marittime maltesi circa il destino dei migranti.

Io capitano è soprattutto una parabola sulla necessità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, incarnata nella figura nobile di Seydou che, invece di pensare solo alla propria sopravvivenza o al proprio tornaconto, si fa carico degli altri, fino a portare con sé anche il loro ricordo di chi non è arrivato alla meta. Garrone abbandona ogni retorica tenendosi attaccato alla dignità umana del suo protagonista come ad un salvagente, e dedica alla sua (dis)avventura la magnificenza pittorica delle immagini (il direttore della fotografia è Paolo Carnera) e la sua eccezionale desterità registica, che tocca il suo apice in una scena di estrazione dei corpi da una stiva che mette in evidenza anche la maestria al montaggio di Marco Spoletini.
Il commento musicale (il compositore è Andrea Farri, ma alla selezione c'è lo stesso Garrone) è impavido nell'accostamento di sonorità africane e rock (il riff iniziale pare campionato da "Wish You Were Here"); e Seydou Sarr nei panni del protagonista 16enne è un miracolo di autenticità ed empatia.
Da mymovies.it
Lo chiamano semplicemente "il viaggio". On the road, certo, ma senza alcun alone romantico o alternativo, bensì col febbrile desiderio di scoprire un mondo l'Europa- che conoscono e mitizzano grazie ai baluginanti specchi dei cellulari, YouTube e la tv. Lo sognano e lo preparano in gran segreto i cugini senegalesi Seydou e Moussa che in fondo non se la passano troppo male nella dignitosa e operosa povertà di Dakar: un luogo arcaico ma accogliente dove le mamme sono presenti e premurose, possono lavorare in cantiere accumulando il gruzzoletto necessario, indossare sneakers pezzottate e vecchie magliette del Barça e del Real, comporre rap e suonare negli scatenati show danzanti allestiti nelle strade
"Io Capitano", il film con cui Matteo Garrone partecipa per la prima volta alla corsa al Leone, è il più atteso di quest'oggi al Lido. L'opera racconta un'odissea contemporanea, quella di due giovani senegalesi (gli esordienti Seydou Sarr e Moustapha Fall), che pensano di raggiungere l'Europa attraverso un viaggio avventuroso ma senza comprenderne appieno le difficoltà infernali. A poco valgono gli avvertimenti materni e i racconti dell'orrore di un reduce che ha visto con i propri occhi i cadaveri lasciati lungo il tragitto. [...]        
Prossimo film “Un mondo a parte “28.02.2025    (scheda a cura di Marco Massara)