La critica - Memento

Film TV (23/1/2001)
Fabrizio Liberti

Ambizioso, intellettuale, "Memento" sfrutta una narrazione che ricorda il tipico passo all'indietro del gambero. ll protagonista è Leonard, un trentenne che soffre di una rara malattia che non gli consente di trattenere i ricordi in un breve lasso di tempo. L'uomo è alla ricerca dell'assassino della moglie e ogni giorno deve ricostruire quanto è avvenuto o ha scoperto durante il precedente. Foto Polaroid, appunti, tatuaggi, sono i mezzi attraverso cui tenta di costruire una griglia di ricordi, resistente all'ambiguità dell'indagine e alla volatilità della malattia, che gli consenta, forse, di arrivare a una qualche verità. I fratelli Nolan si divertono a colorare di nero un celebre racconto di Oliver Sacks, costringendo lo spettatore a non mollare mai l'attenzione su una costruzione barocca, ricca di flashback e flashforward, di repentini passaggi dal colore al bianco e nero, e a non perdere il senso profondo del noir: chi fa cosa e a chi!



la Repubblica (4/2/2001)
Roberto Nepoti

Noir dal soggetto affascinante, interamente imperniato su un caso clinico affine alla «sindrome di Korsakov» descritto, tra gli altri, da Oliver Sacks. Il giovane Leonard Shelby (Guy Pearce) soffre di perdita della memoria recente: dopo una manciata di minuti dimentica tutto ciò che gli è accaduto. Per ricordare usa vari stratagemmi, dalle foto Polaroid con annotazioni sul loro significato ai tatuaggi sparsi per tutto il corpo. Le amnesie sono il risultato di un colpo che l’uomo ha ricevuto mentre tentava di portare soccorso alla moglie, violentata e uccisa da uno sconosciuto. L’handicap è tanto più terribile perché Shelby, sospettato di omicidio, vuole scoprire ad ogni costo il vero assassino. Due sole persone sembrano volerlo aiutare, la bella Natalie (CarrieAnn Moss) e l’ambiguo Teddy (Joe Pantoliano); ma forse sono proprio loro i suoi peggiori nemici. La narrazione a flashback ha sempre trovato un terreno privilegiato nel film noir, e per motivi facilmente intuibili: evoca il modo di procedere di chi conduce un’indagine, cercando di ricostruire con la razionalità fatti avvenuti in sua assenza. Da questo punto di vista, Memento si presta all’applicazione del procedimento meglio di qualsiasi altro film; salvo che si lascia tanto prendere dal piacere di esplorare tutte le piste possibili da dimenticare, alla fine (con immaginabile delusione dell’appassionato di gialli), di fornirci la soluzione del «caso». Alla prima regia americana, il britannico Christopher Nolan sceglie uno stile alla David Lynch che lascia ammirati e perplessi. Per un bel po’ la struttura complessa, a salti indietro/avanti nel tempo, passaggi dal colore al bianco e nero, reiterazione degli stessi episodi afferra la tua attenzione e la tiene ben stretta. Però, una volta capito il meccanismo, le continue ripetizioni cominciano a risultare faticose e l’eccesso di autocompiacimento diventa un po’ irritante.



Sette (25/1/2001)
Claudio Carabba

Guy Pearce, il protagonista di Memento, non ricorda niente di quello che è accaduto nell'ultima ora. Così è prigioniero di un labirinto fatto di trappole, ricatti, delitti forse. Il regista Christopher Nolan ha letto bene i romanzi neri di Woolrich. [angoscia nasce dalla non conoscenza: capiremo ciò che accade quando le tenebre caleranno su di noi.



Ciak (1/2/2001)
Piera Detassis

Affascinante inizio, un omicidio che procede a ritroso, il lampo di una Polaroid che si riassorbe nell'obbiettivo, il sangue che rientra nelle ferite. Il mondo alla rovescia, prima di imprimersi sulla retina. Christopher Nolan viaggia sulle tracce ambigue e sconnesse della labile memoria di Leonard (Guy Pearce), l'uomo che vuole vendicare l'omicidio della moglie. Ma se può ricordare il passato lontano, Leonard non riesce a trattenere l'ultimo quarto d'ora della sua vita, non ricorda dov'è né chi è. E dunque la Polaroid diventa il fermo-immagine che gli consente di minuto in minuto di ritrovare le proprie tracce, mentre il suo corpo - grande shock visivo dell'affascinante thriller - diventa l'agenda pulsante su cui tatuare note, appunti, indirizzi. Dietro il genere, body art estrema.