ORION    MOVIES

CENTRO FRANCESCANO ARTISTICO ROSETUM

via Pisanello 1

20146 - MILANO

I  COMMENTI  DEL  PUBBLICO

cineforum 2017-2018

le proiezioni

gli animatori

commentano

home

in programma

Fai click QUI per inviarci la tua recensione   (nel messaggio indica se vuoi che l'indirizzo e-mail si pubblicato e a quale proiezione hai partecipato)

Fai click QUI per visualizzare le recensioni dei cicli tematici precedenti

AMMORE E MALAVITA


L'ironia è la chiave del film a partire dalle prime scene, che dico? dal titolo. Una bella fusione di generi, primo fra tutti il musical che ben si presta a sostituire la tipica sceneggiata napoletana alla Mario Merola. Tante anche le citazioni cinematografiche fino ad arrivare al memorabile Pacco, doppio pacco e contropaccotto di Nanni Loy, tanto per restare in tema. Bellissime le musiche e i testi che sottolineano ogni momento cruciale in cui emergono emozioni e sentimenti forti, e attraversano tutti gli stili musicali. E una splendida Gerini in versione napoletana. Il tutto tenuto insieme da una buona recitazione e da un bel ritmo.

Un film leggero e divertente su una città drammaticamente segnata dall'atavico problema della camorra ma a cui si guarda sempre con affetto e gratitudine per quello ci ha dato quanto a cinema, teatro, musica e cultura.

Mimmosa ):

_________________________________________________________________________


Se doveva essere un “cinepanettone”, come ha detto Flavio, ha mantenuto le promesse, solo che il panettone in questione era farcito, oltre che con canditi e uvette, anche con mozzarella, pomodoro e tanti altri ingredienti a capocchia dal risultato un po’ indigesto.

Sarà che non amo i musical e neppure i film dialettali, per lo meno quelli con dialetti che non conosco, anche se, lo ammetto, in qualche punto mi ha pure divertito (specie quando si coglieva maggiormente il lato grottesco o l’ironia) ma se questo film fosse stato alla TV avrei cambiato canale in cerca di meglio.

Buone feste.

 

Silente

________________________________________________________________


Film gradevole che ha meritatamente riscosso buoni risultati al botteghino e presso la critica.
Mi piace pensare che i fratelli Manetti abbiano preso ispirazione da opere letterarie classiche, mischiandole tra di loro e supportandole  con canzoni di successo opportunamente rimaneggiate con testi in vernacolo partenopeo ed ambientando il tutto in quella Napoli folcloristica, così fortemente radicata nell'immaginario collettivo.
Le vicende di Fatima e Ciro possono infatti facilmente richiamare il dramma shakespeariano di Giulietta e Romeo;  il duello reciprocamente mortale tra Ciro ed il "fratello" Rosario ricorda invece quello sofocliano tra gli sventurati figli di Edipo Eteocle e Polinice e la dolce Fatima potrebbe essere benissimo vista come una novella Antigone: insomma l'intero film può essere considerato un puzzle ben costruito di cover sia musicali che letterari!
Nei classici su citati l'amore e la pietà non si piegano e pagano con la vita la loro ribellione alle imposizioni familiari o normative (resta la magra consolazione di registrare pene altrettanto letali a carico di chi si è opposto a questi  due nobili sentimenti); il nostro film invece fluttua leggero su tali drammatiche vicende ed in linea con questo registro termina con un consolatorio "e vissero felici e contenti"; Fatima/Antigone poi anziché limitarsi a dare una doverosa sepoltura al "fratello" reprobo provvede addirittura alla sua resurrezione. Ciò malgrado il film ha il merito di evidenziare con efficacia l'eterno contrasto tra gli impulsi e gli obiettivi individuali, quali nel nostro caso l'amore tra Ciro e Fatima e le esigenze delle aggregazioni cui si partecipa a partire dalla famiglia, al clan, alla nazione sino a giungere all'intera razza umana, che nella vita reale si mantiene sempre in una situazione di precario equilibrio che se incrinato difficilmente trova soluzioni fantasiose e felici quali quella escogitata dalla nostra Fatima.
Bravi gli attori protagonisti; forte il don Vincenzo Strozzalone interpretato da Carlo Buccirosso che mi ha immediatamente ricordato quella sua indimenticabile interpretazione di Cirino Pomicino ne "Il Divo",  nella  scenetta in cui dà il via alle danze non appena Andreotti esce dal Palazzo.
Franco.   francogarga@gmail.com