ORION MOVIES
CENTRO FRANCESCANO ARTISTICO ROSETUM
via Pisanello 1
20146 - MILANO
I
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L'ironia è la chiave del film a partire dalle prime
scene, che dico? dal titolo. Una bella fusione di generi, primo fra tutti il
musical che ben si presta a sostituire la tipica sceneggiata napoletana alla
Mario Merola. Tante anche le citazioni cinematografiche fino ad arrivare al
memorabile Pacco, doppio pacco e contropaccotto di Nanni Loy, tanto per restare
in tema. Bellissime le musiche e i testi che sottolineano ogni momento cruciale
in cui emergono emozioni e sentimenti forti, e attraversano tutti gli stili
musicali. E una splendida Gerini in versione napoletana. Il tutto tenuto insieme
da una buona recitazione e da un bel ritmo.
Un film leggero e divertente su una città
drammaticamente segnata dall'atavico problema della camorra ma a cui si guarda
sempre con affetto e gratitudine per quello ci ha dato quanto a cinema, teatro,
musica e cultura.
Mimmosa ):
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Se
doveva essere un “cinepanettone”, come ha detto Flavio, ha mantenuto le
promesse, solo che il panettone in questione era farcito, oltre che con canditi
e uvette, anche con mozzarella, pomodoro e tanti altri ingredienti a capocchia
dal risultato un po’ indigesto.
Sarà che non amo i musical e neppure i film
dialettali, per lo meno quelli con dialetti che non conosco, anche se, lo
ammetto, in qualche punto mi ha pure divertito (specie quando si coglieva
maggiormente il lato grottesco o l’ironia) ma se questo film fosse stato alla TV
avrei cambiato canale in cerca di meglio.
Buone feste.
Silente
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Film gradevole che ha meritatamente riscosso buoni risultati al botteghino e
presso la critica.
Mi piace pensare che i fratelli Manetti abbiano preso
ispirazione da opere letterarie classiche, mischiandole tra di loro e
supportandole con canzoni di successo opportunamente rimaneggiate con testi in
vernacolo partenopeo ed ambientando il tutto in quella Napoli folcloristica,
così fortemente radicata nell'immaginario collettivo.
Le vicende di Fatima e
Ciro possono infatti facilmente richiamare il dramma shakespeariano di Giulietta
e Romeo; il duello reciprocamente mortale tra Ciro ed il "fratello" Rosario
ricorda invece quello sofocliano tra gli sventurati figli di Edipo Eteocle e
Polinice e la dolce Fatima potrebbe essere benissimo vista come una novella
Antigone: insomma l'intero film può essere considerato un puzzle ben costruito
di cover sia musicali che letterari!
Nei classici su citati l'amore e la
pietà non si piegano e pagano con la vita la loro ribellione alle imposizioni
familiari o normative (resta la magra consolazione di registrare pene
altrettanto letali a carico di chi si è opposto a questi due nobili
sentimenti); il nostro film invece fluttua leggero su tali drammatiche vicende
ed in linea con questo registro termina con un consolatorio "e vissero felici e
contenti"; Fatima/Antigone poi anziché limitarsi a dare una doverosa sepoltura
al "fratello" reprobo provvede addirittura alla sua resurrezione. Ciò malgrado
il film ha il merito di evidenziare con efficacia l'eterno contrasto tra gli
impulsi e gli obiettivi individuali, quali nel nostro caso l'amore tra Ciro e
Fatima e le esigenze delle aggregazioni cui si partecipa a partire dalla
famiglia, al clan, alla nazione sino a giungere all'intera razza umana, che
nella vita reale si mantiene sempre in una situazione di precario equilibrio che
se incrinato difficilmente trova soluzioni fantasiose e felici quali quella
escogitata dalla nostra Fatima.
Bravi gli attori protagonisti; forte il don
Vincenzo Strozzalone interpretato da Carlo Buccirosso che mi ha immediatamente
ricordato quella sua indimenticabile interpretazione di Cirino Pomicino ne "Il
Divo", nella scenetta in cui dà il via alle danze non appena Andreotti esce
dal Palazzo.
Franco. francogarga@gmail.com